giovedì 28 agosto 2014

28 agosto 2014: 70° anniversario della morte della principessa Mafalda di Savoia


Il 28 agosto 1944 moriva, in un campo di concentramento a Buchenwald, nella Germania Orientale, la principessa d'Italia, d'Etiopia e d'Albania, e Langravia d'Assia, Mafalda di Savoia (Mafalda Maria Elisabetta Anna Romana, detta Muti), figlia del Re d'Italia Vittorio Emanuele III e della Regina Elena, e sorella del futuro Re Umberto II.
Nata a Roma il 19 novembre del 1902, sposò a Racconigi il 23 settembre 1925 il principe Filippo d'Assia,  Langravio d'Assia-Kassel, da cui ebbe 4 figli: Maurizio, Enrico, Ottone ed Elisabetta.




Sorella della principessa Giovanna di Savoia, Regina dei Bulgari (avendo questa sposata il Re, o Zar, di Bulgaria Boris III), si era recata a Sofia per i funerali del cognato, morto (si sospetta avvelenato per volontà di Hitler) il 28 agosto 1943.
Per questo non era al corrente di tutti i gravi avvenimenti in Italia (armistizio e conseguente cambio di fronte con i Tedeschi che diventavano nostri nemici).
Di ritorno da Sofia, nel settembre 1943, giunta a Pescara decise di recarsi a Roma (pur essendo ormai a conoscenza della situazione, ma forse non totalmente) per rivedere i figli, e qui con un inganno fu catturata dai nazisti e deportata, dopo varie tappe, nel campo di concentramento di Buchenwald, dove venne registrata sotto il falso nome di Frau Von Weber, per cercare di tenere nascosto che ella fosse la figlia del Re d'Italia. La voce però si sparse, e molti nel campo parlavano di una principessa Italiana, che cercava di confortare ed aiutare chi stava peggio di lei.

Nell'agosto 1944 gli anglo-americani bombardarono Buchenwald: la baracca in cui era prigioniera la principessa Mafalda fu distrutta e lei riportò gravi ustioni e contusioni varie su tutto il corpo. Ricoverata nell'infermeria della casa di tolleranza del lager, ma non fu curata. Dopo quattro giorni di tormenti le fu amputato un braccio, per sopravvenuta cancrena. L'operazione fu volutamente eseguita con esasperante lentezza, allo scopo di debilitarla per la perdita abbondantissima di sangue. Ancora addormentata, Mafalda venne abbandonata in una stanza del postribolo, privata di ulteriori cure e lasciata a sé stessa. Morì dissanguata, senza aver ripreso conoscenza, nella notte del 28 agosto, giusto un anno dopo la morte del cognato Boris III.

Il suo corpo, grazie al prete boemo del campo, padre Tyl, non venne cremato, ma messo in una bara di legno e seppellito in una fossa comune. Solo un numero: "262 eine unbekannte Frau" (una donna sconosciuta).
Finita la guerra alcuni militari Italiani, che erano stati detenuti nel vicino campo di Weimar, dove avevano sentito parlare della principessa Italiana detenuta a Buchenwald, decisero di cercare la tomba della principessa, e la ritrovarono.
Ora la sfortunata principessa Mafalda riposa nel piccolo cimitero degli Assia, nel castello di Kronberg im Taunus, vicino Francoforte sul Meno.

«Italiani, io muoio, ricordatevi di me non come di una principessa, ma come di una vostra sorella italiana»





(Testo tratto da "Wikipedia, l'enciclopedia libera"
http://it.wikipedia.org/wiki/Mafalda_di_Savoia)

(foto tratte da varie fonti internet)






venerdì 4 luglio 2014

4 luglio 1931: muore Emanuele Filiberto di Savoia, II Duca d'Aosta

Emanuele Filiberto Vittorio Eugenio Alberto Genova Giuseppe Maria di Savoia-Aosta, figlio di Amedeo di Savoia-Aosta e di Maria Vittoria Dal Pozzo della Cisterna, nacque a Genova il 13 gennao 1869 e morì a Torino il 4 luglio 1931. Tornato in Italia nel 1873, dopo l'abdicazione del padre, Emanuele Filiberto il 18 gennaio del 1890, alla morte di Amedeo, assunse definitivamente il titolo di Duca d'Aosta (secondo in ordine dinastico).
Ad un anno di età gli vennero conferiti i titoli di Principe delle Asturie e Infante di Spagna, in quanto  proprio nel 1870 le Cortes decisero la restaurazione della monarchia e designarono Amedeo di Savoia (figlio del Re d'Italia Vittorio Emanuele II, fratello cadetto del futuro Re Umberto I e capostipite dell'attuale famiglia dinastica dei Savoia-Aosta) nuovo Re di Spagna (per quanto concerne la questione della nomina di Amedeo a Re di Spagna si veda

 Ricevette contestualmente anche il titolo di Duca d'Aosta, titolo appartenente fino a quel momento al padre, che fu il primo riceverlo, alla nascita avvenuta il 30 maggio 1845, dal padre, il Re Vittorio Emanuele.
Alla morte di Amedeo, avvenuta il 18 gennaio 1890, assunse definitivamente il titolo di Duca d'Aosta (secondo nella linea temporale, che oggi vede Aimone di Savoia, già Duca delle Puglie, detenere il titolo di sesto Duca d'Aosta). 
Iniziò la carriera militare nel Regio Esrcito a Napoli nel 1905 con il grado di capitano. Con l'ingresso dell'Italia nella prima guerre mondile, il 24 maggio 1915, Emanuele Filiberto guidò, senza mai subire sconfitte (da qui l'appellativo di Duca Invitto), la Terza Armata col grado di generale. Come riporta il Bollettino della Vittoria, dopo la battaglia di Vittorio Veneto, guidò le sue truppe alla riconquista delle posizioni già catturate e mai perdute.









Sposato con Elena d'Orleans, figlia del Conte di Parigi, ebbe due figli, Amedeo (che assumerà il titolo di terzo Duca d'Aosta alla morte del padre) e Aimone, che diventerà quarto Duca alla morte del fratello.

Elena d'Orleans Duchessa d'AostaLa Duchessa d'Aosta Ispettrice Generale
delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana








Emanuele Filiberto morì il 4 luglio 1931, e, per sua volontà, venne sepolto tra i soldati nel Sacrario Militare di Redipuglia.

 


(il testo e le immagini sopra riportate sono tratte dalla pagina wikipedia dedicata all'argomento, http://it.wikipedia.org/wiki/Emanuele_Filiberto_di_Savoia-Aosta, ad eccezion fatta per l'immagine del "Bollettino della Vittoria", proveniente dal sito ideazzurra.ilcannocchiale.it)

domenica 2 marzo 2014

Convegno UMI Abruzzo "Facciamo il punto!"

Grande successo a Pescara ieri pomeriggio, sabato 1° marzo, del convegno organizzato dalla Federazione Provinciale di Pescara dell'Unione Monarchica Italiana, nella persona del Presidente Provinciale, nonché Consigliere Nazionale, Rag. Camillo Savini, di concerto con il Presidente Regionale Prof. Berardo Tassoni, e con il supporto della Presidenza Nazionale e della Segreteria Nazionale.


L'infaticabile Savini è riuscito a portare, nella bella sala "Domenico Tinozzi" del Palazzo della Provincia, oltre a un numerosissimo ed attentissimo pubblico personaggi illustri quali, tra gli esterni alla nostra associazione, il Prof. Stefano Trinchese, Preside della Facoltà di Lettere dell'Università "Gabriele d'Annunzio" di Chieti, il Presidente del Consiglio Regionale Avv. Nazario Pagano, e i presidenti di varie associazioni combattentistiche e d'arma della città e della provincia di Pescara.


Al tavolo degli oratori, oltre allo stesso Savini, che ha introdotto gli ospiti, sedevano i già citati Prof. Tassoni e Prof. Trinchese, il Presidente Nazionale Avv. Alessandro Sacchi e il Vice Presidente Nazionale Signor Vincenzo Vaccarella, residente a Roma ma Abruzzese d'origine.


Preceduto dalle note iniziali del Canto degli Italiani, seguite a ruota da quelle della Marcia Reale (come è consuetudine in tutti i convegni dell'Unione Monarchica Italiana, per mostrare il rispetto alle istituzioni nelle quali e con le quali i monarchici oggi convivono, ma ribadendo l'importanza dell'Istituto Monarchico e la fede che in esso ripongono), il Prof. Tassoni, prendendo la parola, ha salutato i presenti e ha ricordato che proprio ieri ricorreva il 76° anniversario della scomparsa del Principe di Montenevoso, più comunemente conosciuto come il Vate, cioè Gabriele d'Annunzio, il più illustre, ma non l'unico celebre, figlio della città ospitante il convegno, grande poeta ma anche grande soldato e grande monarchico, ed ha ampiamente illustrato il rapporto del Poeta con la sua città, oltre le sue già ben note attitudini poliedriche.


Subito dopo ha preso la parola il Vice Presidente Nazionale Vaccarella, che ha posto l'accento sulla diversità tra chi un tempo si "prestava" alla politica, apportando la propria cultura, il proprio ingegno, le proprie capacità e ponendole al servizio della Patria (quando, come cita l'articolo 50 dello Statuto Albertino, "Le funzioni di Senatore e di Deputato non danno luogo ad alcuna retribuzione od indennità") e chi invece oggi si dà alla politica solo per "approfittarne", per curare i propri interessi e non quelli della Nazione.


Il clou dell'evento è stato l'intervento del Prof. Trinchese, che ha relazionato sull'evoluzione politico-istituzionale dell'Italia dal referendum del 1946 ad oggi.
Il Preside ha brevemente, per esigenze di tempo, ma intensamente, efficacemente ed in maniera molto accattivante ripercorso la storia politica d'Italia tratteggiando tutti gli avvenimenti e i mutamenti della politica e della percezione della stessa ad opera degli "attori" che si sono succeduti sulla scena.


Dopo questo interessantissimo intervento ha preso la parola l'Avv. Sacchi, che da par suo ha chiuso i lavori del convegno con il solito acume e la solita simpatia che naturalmente suscita in chi lo ascolta.
















Il saluto finale è stato portato dal Presidente del Consiglio Regionale Avv. Nazario Pagano


Una grande bandiera del Regno d'Italia, portata appositamente da Roma dal Segretario Nazionale Sig. Davide Colombo è stata drappeggiata sulla balaustra della scalinata che conduce alla sala Tinozzi, suscitando orgoglio nei monarchici presenti e curiosità in chi della monarchia sapeva poco o niente.


Ampio risalto è stato dato dalla stampa locale, e una troupe del TG Regionale (Rai3) è intervenuta per filmare l'evento ed intervistare il nostro Presidente Sacchi.





Un ringraziamento particolare, oltre agli intervenuti tutti e a chi non è potuto intervenire ma non ha voluto far mancare il proprio saluto, tra i quali il Sindaco di Pescara Avv. Luigi Albore Mascia (impegnato a Gardone Riviera nella cerimonia di chiusura dei festeggiamenti per il centocinquantenario della nascita di Gabriele d'Annunzio), va a tutti gli amici monarchici giunti da varie parti d'Italia: Campania, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Umbria.

La serata è piacevolmente proseguita con una cena conviviale presso il ristorante "Lo Storione", nell'adiacente Piazza Duca d'Aosta, alla quale ha fatto seguito una passeggiata nella vecchia Pescara, tra antichi edifici e moderna gioventù:
Partendo da Piazza Unione, dove si trova la statua di Ennio Flaiano, altro grande figlio di Pescara, al quale il Presidente Sacchi ha reso omaggio, abbiamo attraversato tutto il Corso Manthonè (che, unitamente alla parallela via delle Caserme è attualmente punto di incontro della movida pescarese, con centinaia di giovani che affollano le strade e i numerosissimi locali che aprono i loro battenti su queste vie), passando davanti alla casa natale di Flaiano e successivamente arrivando davanti alla casa natale di Gabriele d'Annunzio, ora "Museo Casa natale d'Annunzio", per poi sostare in Piazza Garibaldi davanti al Monumento ai Caduti, ai quali è stato rivolto il dovuto omaggio da parte della dirigenza tutta dell'UMI.
La strada del ritorno ha incrociato Via delle Caserme, costeggiata dall'ex Bagno Borbonico (il bagno penale dove centinaia di detenuti politici avversi al regime borbonico languirono fino alla caduta del Regno delle Due Sicilie, nel 1860), che attualmente ospita il Museo delle Genti d'Abruzzo.
Infine i saluti finali, con la promessa di recarci tutti, il prossimo 12 aprile, a Perugia, per il prossimo convegno dell'Unione Monarchica Italiana, nella scia della serie di convegni che, partiti dalla bellissima Palermo, coprirà tutta l'Italia, fino a giungere, in novembre, a Trieste, per le celebrazioni dell'inizio della Grande Guerra.




venerdì 28 febbraio 2014

La Federazione Provinciale di Pescara dell'U.M.I. (Unione Monarchica Italiana) organizza per sabato 1° marzo 2014, alle ore 17:30, presso la sala “D. Tinozzi” del Palazzo della Provincia di Pescara, un convegno dal titolo “Facciamo il punto!”.
Il convegno, che verterà sull'attuale situazione politica italiana, sarà introdotto dal Rag. Camillo Savini, Presidente Provinciale per Pescara e Consigliere Nazionale dell'U.M.I.
Dopo i saluti del Professor Berardo Tassoni, Presidente Regionale U.M.I., prenderà la parola il Professor Stefano Trinchese, Preside della Facoltà di Lettere presso l'Università “Gabriele d'Annunzio” di Chieti, dove insegna Storia Contemporanea.
Il Professor Trinchese relazionerà sull'evoluzione politico-istituzionale dell'Italia dal 1946 ad oggi.
Chiuderà i lavori l'Avvocato Alessandro Sacchi, Presidente Nazionale U.M.I.
Moderatore sarà Davide Colombo, Segretario Nazionale U.M.I. e Direttore Politico di Fert, agenzia di stampa dell'U.M.I.
Saranno presenti autorità civili e religiose, e delegazioni di movimenti politici, associazioni combattentistiche e volontaristiche.
Al convegno seguirà una cena sociale presso il ristorante “Lo Storione” di Pescara.