giovedì 4 luglio 2013

4 luglio 1931: muore Emanuele Filiberto di Savoia, II Duca d'Aosta.

Emanuele Filiberto Vittorio Eugenio Alberto Genova Giuseppe Maria di Savoia-Aosta, figlio di Amedeo di Savoia-Aosta e di Maria Vittoria Dal Pozzo della Cisterna, nacque a Genova il 13 gennao 1869 e morì a Torino il 4 luglio 1931. Tornato in Italia nel 1873, dopo l'abdicazione del padre, Emanuele Filiberto il 18 gennaio del 1890, alla morte di Amedeo, assunse definitivamente il titolo di Duca d'Aosta (secondo in ordine dinastico).
Ad un anno di età gli vennero conferiti i titoli di Principe delle Asturie e Infante di Spagna, in quanto  proprio nel 1870 le Cortes decisero la restaurazione della monarchia e designarono Amedeo di Savoia (figlio del Re d'Italia Vittorio Emanuele II, fratello cadetto del futuro Re Umberto I e capostipite dell'attuale famiglia dinastica dei Savoia-Aosta) nuovo Re di Spagna (per quanto concerne la questione della nomina di Amedeo a Re di Spagna si veda

 Ricevette contestualmente anche il titolo di Duca d'Aosta, titolo appartenente fino a quel momento al padre, che fu il primo riceverlo, alla nascita avvenuta il 30 maggio 1845, dal padre, il Re Vittorio Emanuele.
Alla morte di Amedeo, avvenuta il 18 gennaio 1890, assunse definitivamente il titolo di Duca d'Aosta (secondo nella linea temporale, che oggi vede Aimone di Savoia, già Duca delle Puglie, detenere il titolo di sesto Duca d'Aosta). 
Iniziò la carriera militare nel Regio Esrcito a Napoli nel 1905 con il grado di capitano. Con l'ingresso dell'Italia nella prima guerre mondile, il 24 maggio 1915, Emanuele Filiberto guidò, senza mai subire sconfitte (da qui l'appellativo di Duca Invitto), la Terza Armata col grado di generale. Come riporta il Bollettino della Vittoria, dopo la battaglia di Vittorio Veneto, guidò le sue truppe alla riconquista delle posizioni già catturate e mai perdute.









Sposato con Elena d'Orleans, figlia del Conte di Parigi, ebbe due figli, Amedeo (che assumerà il titolo di terzo Duca d'Aosta alla morte del padre) e Aimone, che diventerà quarto Duca alla morte del fratello.

Elena d'Orleans Duchessa d'AostaLa Duchessa d'Aosta Ispettrice Generale
delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana








Emanuele Filiberto morì il 4 luglio 1931, e, per sua volontà, venne sepolto tra i soldati nel Sacrario Militare di Redipuglia.

 


(il testo e le immagini sopra riportate sono tratte dalla pagina wikipedia dedicata all'argomento, http://it.wikipedia.org/wiki/Emanuele_Filiberto_di_Savoia-Aosta, ad eccezion fatta per l'immagine del "Bollettino della Vittoria", proveniente dal sito ideazzurra.ilcannocchiale.it)

4 commenti:

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  2. Desidero ringraziare la gentile redazione di questo magnifico blog per aver citato (ideazzurra) nelle fonti usate in questo post. -- E' chiaro a tutti che (ideazzurra) è un blog che cerca di evidenziare con un linguaggio anche ironico e popolare, il disagio e la mancanza di un'adeguata rappresentanza politica e culturale nello scenario e nell'offerta fornita dagli attuali partiti politici. Oggi vediamo che, oltre 20 milioni d'Italiani disertano le urne. Questo avviene a cent'anni dal patto Gentiloni (1913-2013). Si nota con chiarezza che, moltiplicare i livelli di rappresentanza e allargare la base elettiva, non è bastato a garantire maggiore sensibilità verso i ceti più deboli che si vedono schiacciati proprio da quella sinistra che oggi propone "L'egoismo federalista" quale modello di risparmio. Ovviamente i carrozzoni politici come "Le Regioni", nate agli inizi degli anni '70 che ancora oggi rappresentano dei veri centri di spreco, resistono agli urti dei novatori della domenica, coi quali, prima o poi dovremo fare i conti.
    Altro che rottamazione,-- la demonizzazione della Monarchia Sabauda -- e la parentsi fascista del secondo conflitto mondiale del secolo scorso, hanno aperto le porte ad un "Nuovo Congresso di Vienna". Addirittura al Sud Italia, vediamo tornare certi gruppi di pressione intenzionati a restaurare "La tirannide Borbonica", quella stessa che, cacciata dai francesi trovò terreno fertile in quella Spagna retrograda e bigotta dei secoli passati. E allora, dopo aver visto con molta tristezza tanti storici che, dimenticano: l'Età di Giolitti (che liberò anche la Grecia dai Turchi). E poi vedo, questi stessi cultori che sorvolano sulla rinascita di una "Terra" che, divenuta nazione libera, tornò a fregiarsi dei fasti di Roma. Allora questi sedicenti "professori di storia" non dicono che, Roma non fece nulla per riconquistare la sua Italia; mentre Torino rinunciò al ruolo di Capitale d'un Regno, e lo fece per incoronare quella Roma indifferente e ridotta alla stregua d'un grosso porcile, dal quale erano oramai volate via persino le antiche Oche del Campidoglio che, secondo leggenda, avvisarono gli antichi Romani dell'arrivo dei barbari Teutonici. Allora, restando nel campo delle storie vere che diventano leggenda; RICORDO AI LETTORI CHE: L'aquila bicefala dell'Impero austrungarico segnò il passo grazie al sangue di tanti Italiani che, fecero dal Nord al Sud, sulle rive del Piave una barriera. E quindi concludo tornando al manifesto della vittoria del 4 novembre con le parole di quel napoletano di nome Mario che inventò "La leggenda del Piave"; che, terminò la sua poetica canzone dicendo:la pace non trovò NE’ OPPRESSI, NE’ STRANIERI.
    (http://ideazzurra.ilcannocchiale.it/)

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  3. Grazie a voi tutti per il bel blog che gestite e per l'opera di diffusione che effettuate.
    Ci scusiamo per aver preso "a prestito" l'immagine, senza chiedervelo, ma dalla vostra reazione non sembra che ve ne siate risentiti.
    Buon lavoro e "ad majora"!

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  4. Quell'immagine rappresenta una vittoria di tutti noi Italiani, .. qundi non si discute "e già vostra".

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