13 giugno 1946: Sua Mastà il Re Umberto II
lasciava volontariamente l'Italia, non senza protestare contro l'atto
rivoluzionario del governo Italiano, convinto che di lì a poco,
pacificati gli animi ed evitata una guerra civile che il suo animo
nobile aborriva, e qualunque fosse stato il risultato REALMENTE
ACCLARATO del referendum da lui indetto (accettandone il responso anche
se fosse stato contrario alla Monarchia) sarebbe potuto rientrare in
Patria e vivere in Italia da Italiano. Fu invece VILMENTE esiliato e
condannato ad una morte civile indegna ed immeritata, fu condannato a 37
anni di dolore ed amarezza per la lontananza forzata dalla sua amata
Patria, fu condannato a morire con la parola Italia sulle labbra, fu
condannato a giacere in terra straniera, seppur culla della sua
Famiglia. Gli Italiani ricordino, o conoscano, questa pagina VILISSIMA
della nostra Storia. Esiliando il Re l'Italia perse il più grande dei
suoi figli e l'unica speranza di evitare il tracollo a cui oggi, dopo 67
anni di repubblica, l'Italia è giunta, meritando appieno di essere
appellata quale "bordello" di dantesca memoria. VERGOGNA all'Italia di
allora, e VERGOGNA all'Italia di oggi che ancora nega a quest'uomo
incolpevole, giusto e generoso, di riposare nella sua Patria.
Viva l'Italia, viva il Re!
Viva l'Italia, viva il Re!